Home » Censis, in Italia Nel 2040 Solo Una Coppia Su Quattro Avrà Dei Figli
Cultura Economia Italia Tecnologia

Censis, in Italia Nel 2040 Solo Una Coppia Su Quattro Avrà Dei Figli


Nel 2040 le coppie con figli diminuiranno fino a rappresentare il 25,8% del totale. È uno dei temi tratteggiati dal 57esimo rapporto Censis sulla situazione sociale del nostro Paese rispetto al 2023, da cui emerge che fra circa 17anni le famiglie composte da una sola persona aumenteranno fino a 9,7 milioni (il 37% del totale). Di queste, quelle formate da anziani saranno quasi il 60% (5,6 milioni). Le stime degli esperti prevedono poi che nel 2040 il 10,3% degli anziani continuerà ad avere problemi di disabilità. E se oggi gli anziani rappresentano il 24,1% della popolazione complessiva, nel 2050 saranno addirittura 4,6 milioni in più, arrivando a rappresentare il 34,5% sul totale della popolazione.

La situazione nel 2050

Stando ancora al rapporto Censis, nel 2050 l’Italia avrà perso in tutto 4,5 milioni di residenti.  La flessione demografica sarà frutto di un calo di 9,1 milioni di persone con meno di 65 anni e di un parallelo aumento di 4,6 milioni di persone con più di 65 anni.

I giovani sono il 17,5% popolazione, in 10 anni previsto un calo di 3 milioni

A livello generazionale la distanza tra i giovani di oggi e le generazioni precedenti appare importante. I 18-34enni odierni sono poco più di 10 milioni, pari al 17,5% della popolazione, mentre nel 2003 superavano i 13 milioni (23%). In vent’anni sono diminuiti, dunque, di quasi 3 milioni. In quest’ottica le previsioni per il futuro non sono rosee: nel 2050 i 18-34enni saranno poco più di 8 milioni, appena il 15,2% della popolazione. I giovani oltre ad essere pochi, sono anche la generazione maggiormente penalizzata: lo pensa il 57,3% degli italiani.

Manca un progetto collettivo, l’Italia “trascina i piedi”

In generale, dunque, il Censis fotografa un Paese dai paesaggi incredibili, ma invischiato in tante arretratezze, tra cui proprio le difficoltà di un Paese dove prevale quello che viene definito “l’arrangiamento istintivo” in paragone ad un “disegno razionale” dove ormai quel “meccanismo di promozione e mobilità sociale si è usurato”. Secondo il Rapporto, in altre parole, “tra vitalità disperse e un confronto pubblico giocato su emozioni di brevissima durata, la società italiana trascina i piedi”. Dal Report emerge infatti una società che fatica ad avviare un nuovo ciclo e che cerca di sostituire “il modello di sviluppo costruito a partire dagli anni ’60 nel quale si rivendicava il lasciar fare” o “il riconoscimento delle identità e dei diritti collettivi” con un nuovo modello “confuso”.

Nelle 14 città metropolitane italiane il 36,2% popolazione

Ecco poi altri dati interessanti emersi nel Rapporto. Nei 1.268 comuni che costituiscono le 14 città metropolitane italiane vivono poco meno di 21,3 milioni di italiani, il 36,2% del totale, occupando il 15,4% della superficie nazionale. Un problema, però, è rappresentato dalla densità del verde. Solo in città come Torino (7,4 mq ogni 100 mq di superficie), Venezia (6,5 mq), Firenze (3,7 mq) e Palermo (2 mq) la densità del verde è superiore a quanto si registra in media nelle province italiane, ovvero 1,7 mq di verde ogni 100 mq di superficie.

Persiste il divario delle retribuzioni tra uomini e donne

Tra i numerosi temi toccati dal Rapporto, non ultimo quello legato al lavoro. Il divario di genere, è emerso, investe le retribuzioni tra i lavoratori italiani. Infatti, considerando 100 il salario di un uomo 25-34enne, il salario di una donna della stessa età è pari a 90 tra chi possiede al massimo il titolo secondario di primo grado, a 85 con diploma di scuola secondaria di secondo grado, a 89 con l’istruzione terziaria.

L’inflazione preoccupa: un italiano su due teme il calo dei risparmi

A livello economico, il Censis sottolinea poi come due famiglie su tre prevedono che alla fine dell’anno i redditi familiari saranno uguali a quelli dell’anno precedente. Soltanto il 44,1% degli italiani prevede di riuscire a mantenere gli stessi livelli di risparmio del 2022. E il 48,5% ha paura di vedere i propri risparmi diminuire rispetto a dodici mesi fa. Infine, un 25,9% prevede un aumento della spesa legata ai consumi, causata anche all’incremento dei prezzi.

Fonte : TG24

Translate