Salario minimo, le polemiche dopo il discorso di Meloni
C’è chi propone 10 euro all’ora, chi punta sulla contrattazione collettiva, chi vuole aumentare la tredicesima. Il dossier salario minimo entra nel vivo dopo le parole della premier Giorgia Meloni. «In Italia c’è un serio problema di livelli salariali bassi», ha detto nel video della rubrica “Gli appunti di Giorgia” attaccando però la proposta di legge delle opposizioni. «Il paradosso è che il salario minimo potrebbe rischiare di diventare un parametro sostitutivo e non aggiuntivo» rispetto alla contrattazione collettiva, «con il risultato di peggiorare per paradosso il salario di molti più lavoratori di quelli ai quali lo migliorerebbe». La discussione sulla proposta di legge delle opposizioni riprenderà soltanto a settembre alla Camera ma si prevedono scintille per l’incontro tra Meloni e i leader delle opposizioni in calendario per venerdì pomeriggio a Palazzo Chigi. Ogni partito ha la sua visione sul tema dei salari bassi e, dopo la chiusura di Meloni, le opposizioni si chiedono quale utilità abbia il confronto in programma. Ecco una sintesi delle diverse posizioni per capire i possibili sviluppi del dibattito.
La proposta delle opposizioni
I partiti di opposizione (Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Azione, +Europa, Alleanza Verdi e Sinistra Italiana) con l’eccezione di Italia Viva ai primi di luglio si sono impegnati a presentare una proposta di legge. Il testo presentato a prima firma Giuseppe Conte indica in 9 euro lordi il valore salariale minimo che sostituisce, ove necessario, quello inferiore previsto dai vari contratti collettivi. La soglia è aggiornata, con cadenza annuale, da un’apposita commissione. Più nel dettaglio, la proposta di legge lascia quindi alla contrattazione collettiva, quindi ai sindacati, il compito di stabilire le tabelle retributive, con il vincolo però che la retribuzione non possa essere inferiore a 9 euro l’ora per il Trattamento economico minimo orario (Tem), e a quanto stabilito dai sindacati comparativamente più rappresentativi per il Trattamento economico complessivo (Tec).
M5s: la proposta di Giuseppe Conte
Il salario minimo è un cavallo di battaglia del Movimento 5 stelle tanto che era stato inserito nel programma elettorale. Il partito ha depositato un testo firmato da Giuseppe Conte per il salario minimo legale a 9 euro lordi, con indicizzazione automatica all’inflazione e una stretta sui contratti pirata. Il leader del M5S Giuseppe Conte ha criticato aspramente Meloni dopo la sua chiusura: «Nella sua diretta però una cosa Meloni la dice. Ribadisce di essere contraria al salario minimo legale, utilizzando argomentazioni infondate e risibili per giustificare questa sua pervicacia. Su tutte, quella in base a cui con il salario minimo si abbasserebbero gli stipendi. Una fake news in piena regola, che dimostra come Meloni non abbia letto neppure una riga della nostra proposta. Che è chiara: se un contratto collettivo prevede una retribuzione per un lavoratore di 5 euro l’ora, con la nostra proposta quella retribuzione sale a 9. Se prevede 11 euro l’ora, rimane a 11. Non scende certo a 9».
Fonte : L Economia