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Salario Minimo, Meloni: “Rischia Di Essere Controproducente”. Pd: “Cerca Incidente?”



“Il paradosso è che il salario minimo potrebbe rischiare di diventare un parametro sostitutivo e non aggiuntivo, con il risultato di peggiorare per paradosso il salario di molti più lavoratori di quelli ai quali lo migliorerebbe. Titolo accattivante ma risultato che rischia di essere controproducente“. Così la premier Giorgia Meloni, nella sua rubrica social ‘Gli appunti di Giorgia’.

Nei prossimi giorni apriremo un confronto” con le opposizioni e “cercheremo di capire se ci sono i margini per una proposta seria sui salari bassi“, ha poi aggiunto sottolineando: ”Perché non abbiamo accolto la proposta sul salario minimo legale così come è stata presentata dall’opposizione? L’Italia è considerato un Paese virtuoso perché abbiamo un’altissima percentuale di lavoratori coperti dalla contrattazione collettiva, cioè da contratti di riferimento firmati il 97% da Cgil Cisl e Uil e tutti prevedono anche una retribuzione minima per ogni settore. Ora se a fronte di questo, io decidessi di stabilire per legge una cifra minima oraria di retribuzione per tutti, che inevitabilmente dovrà stare nel mezzo, allora mi troverei con un salario minimo legale che in molti casi potrebbe ragionevolmente essere molto più basso del minimo contrattuale previsto. Cioè il paradosso è che il salario minimo rischia di diventare un parametro sostitutivo e non aggiuntivo, peggiorando molto di più i salari rispetto a chi li migliora. Il titolo è accattivante ma rischia di essere controproducente”.

”Se guardiamo i dati Ocse sull’andamento dei salari medi, vediamo che da oltre 30 anni – ha sottolineato Meloni – i salari italiani in termini reali sono praticamente bloccati. Anzi, siamo l’unico Paese in Europa con salari decrescenti. Se restringessimo poi il campo della ricerca agli ultimi 10 anni, governati sostanzialmente dalla sinistra, vediamo che siamo calati di media dell’1,4%. Negli stessi anni gli stipendi dei francesi sono cresciuti del 4,3%, quelli tedeschi del 6,75%. Quindi sì, c’è un serio problema di livelli salariali basso in Italia. Sono contenta che finalmente se ne accorga anche chi era stato al governo ma non era stato in grado di invertire la tendenza”. Meloni quindi si è chiesta: ”Perché, se il salario minimo legale è la soluzione, i partiti che ora lo chiedono a gran voce non lo hanno introdotto? Probabilmente perché si è consapevoli del fatto che potrebbe non essere una soluzione efficace”.

M5S

“Dopo mesi sono ritornati gli ‘Appunti di Giorgia Meloni’, la rubrica con cui ci racconta le attività di governo. Era sparita da tempo perché forse non ha nulla da raccontare e magari molto da nascondere. Ovviamente non una parola sul disastro della gestione dei migranti, sulla benzina che aumenta. Tanto meno uno ‘scusa’ per il vergognoso sms dell’Inps che taglia ogni sostegno a 169mila famiglie gettando nel caos sindaci, uffici pubblici e assistenti sociali. Su questo anche la sua ministra Calderone ha dovuto ammettere l’errore”. Inizia così su Facebook di Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 stelle, in merito al video pubblico dal presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

“Nella sua diretta però una cosa Meloni la dice – ha aggiunto il leader pentastellato -. Ribadisce di essere contraria al salario minimo legale, utilizzando argomentazioni infondate e risibili per giustificare questa sua pervicacia. Su tutte, quella in base a cui con il salario minimo si abbasserebbero gli stipendi. Una fake news in piena regola, che dimostra come Meloni non abbia letto neppure una riga della nostra proposta. Che è chiara: se un contratto collettivo prevede una retribuzione per un lavoratore di 5 euro l’ora, con la nostra proposta quella retribuzione sale a 9. Se prevede 11 euro l’ora, rimane a 11. Non scende certo a 9”. “A questo punto si comprende come l’incontro di venerdì a Chigi si preannunci in salita. Il governo non sembra volersi smuovere dai suoi pregiudizi. Non ci fermiamo. Vorrà dire che nel corso dell’incontro proverò a spiegare come stanno le cose con dei grafici”, ha concluso Conte.

CALENDA

“Sarebbe utile tenere i toni bassi prima dell’incontro sul salario minimo. Capisco che sedersi intorno a un tavolo insieme, senza pregiudizi e preconcetti è per tutti difficile. Capisco che la tentazione di restare chiusi nelle rispettive trincee è rassicurante. Comprendo che ‘l’area di conforto’ della politica è lo scontro e non l’incontro. Ma cercare un accordo è un atto di responsabilità nei confronti del paese e di 3,5 milioni di lavoratori poveri. Proviamoci con buona volontà”. Lo scrive su Twitter Carlo Calenda, leader di Azione, dopo le parole degli altri leader delle opposizioni che hanno risposto alla premier.

ALLEANZA VERDI SINISTRA

“Il video di Giorgia Meloni sembra una provocazione. Continuare a sostenere che il salario minimo porterà verso il basso anche gli altri contratti di lavoro significa dire il falso o dimostra che anche la presidente del Consiglio, come molti prima di lei, non ha letto la nostra proposta che invece sostiene e rafforza la contrattazione collettiva”, hanno affermatoAngelo Bonelli e Nicola Fratoianni, deputati dell’Alleanza Verdi Sinistra.

“Se la presidente Meloni ha convocato in pompa magna le opposizioni per ribadire il suo no alla legge sul salario minimo allora la domanda sorge spontanea. Cosa ci ha convocato a fare?”, chiedono rispettivamente il leader di Europa Verde e quello di Sinistra italiana. “Il lavoro povero è una piaga che affligge oltre tre milioni di lavoratrici e lavoratori in un Paese che, unico in Europa, ha visto i salari scendere negli ultimi 30 anni. Ricordiamo a Meloni e ai suoi consiglieri che in Europa l’Italia è tra i pochissimi Paesi a non prevedere un limite minimo di retribuzione, presente invece in 21 Paesi su 27 – proseguono -. Peraltro come dimostrano tutti i dati, dove esiste il salario minimo ciò che è successo è esattamente l’opposto. Il salario minimo spinge a una crescita generalizzata dei salari”.

“Se lo scopo della convocazione è solo quello di organizzare una passerella del governo in difficoltà su questo tema, ce lo facciano sapere. Perché di perdere tempo non ha voglia nessuno. E il Parlamento è la sede in cui confrontarsi e decidere”, concludono Bonelli e Fratoianni.

Fonte : Adn Kronos

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