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Economia Circolare, La Commissione Europea Promuove L’italia



Il nostro paese è “sulla buona strada” per raggiungere gli obiettivi europei di riciclo al 2025, scrive la Commissione Ue nel suo Early Warning Report. Già superato il target sugli imballaggi, ma resta “preoccupante” il dato sulla plastica, scrive Bruxelles, che torna anche a sollecitare la revisione dell’ecotassa sullo smaltimento

La Commissione europea promuove l’Italia sul fronte delle politiche per l’economia circolare. In un quadro caratterizzato da “differenze significative nelle prestazioni di gestione dei rifiuti tra i vari Stati membri”, scrive Bruxelles nell’atteso Early Warning Report pubblicato ieri, l’Italia è fuori dalla lista dei 18 paesi che rischiano di non raggiungere i principali target al 2025 sul riciclo dei rifiuti urbani e degli imballaggi, con un ritardo solo sul target specifico per il packaging in plastica. Bene anche il posizionamento rispetto al target al 2035 sulla riduzione dei conferimenti in discarica, da portare a un massimo del 10%. Come già chiarito nel country report annuale sulle riforme, diffuso nelle scorse settimane, Bruxelles considera il nostro paese tra quelli “sulla buona strada” per raggiungere gli obiettivi al 2025 di riciclare (o preparare per il riutilizzo) il 55% dei rifiuti urbani e il 65% degli imballaggi, insieme ad Austria, Belgio, Cechia, Danimarca, Germania, Lussemburgo, Paesi Bassi e Slovenia.

Nel 2020, si legge nel report, l’Italia ha riciclato il 51,4% dei rifiuti urbani, in linea con l’obiettivo al 2025 e al di sopra della media dell’Unione, che nello stesso anno ha toccato il 47% circa. Merito anche degli sforzi messi in campo sul fronte della raccolta differenziata, riporta la Commissione, che plaude alle buone pratiche adottate nelle grandi città. Come a Milano, dove la raccolta dei rifiuti organici è passata dai 28 kg del 2011 ai 95 del 2021, portando nello stesso anno il tasso di differenziata al 62%. O a Parma, dove l’introduzione della tariffa puntuale combinata con il sistema porta a porta “ha portato in soli 4 anni a un aumento del tasso di raccolta differenziata dal 48,5% al 72% e a una diminuzione del 15% della produzione di rifiuti”, scrive la Commissione.

Al capitolo imballaggi il report conferma la posizione di leadership del sistema italiano di gestione del fine vita, capace nel 2020 di raggiungere il 72,8% di riciclo, superando con largo anticipo il target del 65% al 2025. Resta però “preoccupante”, scrive la Commissione, il dato sul packaging in plastica, che con il 43,8% di riciclo risulta lontano dall’obiettivo specifico del 50% al 2025. Un ritardo che non è solo italiano ma che accomuna altri 18 Stati membri, inclusi Francia e Spagna, da recuperare “migliorando i sistemi di raccolta differenziata per la plastica e aumentando le capacità di cernita e trattamento di questo materiale”, sottolinea Bruxelles. Positivo anche il dato sullo smaltimento in discarica. Con il 20,1% nel 2020, si legge nel report, l’Italia fa infatti meglio della media dell’Ue (23%) e ha “ottime possibilità” di raggiungere il tetto massimo del 10% fissato al 2035.

Il giudizio, insomma, è sostanzialmente positivo, ma il sistema va consolidato con “politiche che mantengano e migliorino ulteriormente i livelli di prestazioni”, avverte la Commissione. Che invita il nostro paese a ridurre il ricorso allo smaltimento nelle “regioni meno sviluppate e in transizione”, che risulta ancora “eccessivo”, ma anche ad ampliare il sistema di tariffazione puntuale, che al momento copre solo il 10.8% della popolazione. Dopo averlo già fatto nel country report annuale, Bruxelles torna a sollecitare l’Italia a rivedere l’ecotassa sullo smaltimento, rispetto alla quale permangono differenze significative a livello territoriale. “Sin dall’introduzione, avvenuta oltre 25 anni fa, il livello dell’imposta sulle discariche non è stato adeguato e attualmente non è previsto alcun meccanismo di adeguamento” avverte la Commissione, che sempre in tema di discariche invita l’Italia a completare la chiusura di quelle “irregolari e non a norma”. Complessivamente, alla fine del 2021 erano ancora 1995 le discariche illegali o non conformi alle norme che dovevano essere bonificate o adeguate alle norme dell’Ue nei vari Stati membri.

Fonte : RiciclaNews

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