Una delle sfide ricorrenti per il legislatore Europeo consiste nel guardare al futuro e delineare un quadro giuridico aggiornato, in grado di disciplinare efficacemente fenomeni nuovi che si avviano all’adozione di massa come, ad esempio, Bitcoin e le altre criptoattività.
Le norme dell’Unione Europea in materia di servizi finanziari – a eccezione di quelle volte al contrasto del riciclaggio – non prendevano ancora in considerazione, del resto, lo sviluppo della tecnologia Blockchain, delle valute virtuali e delle attività a esse correlate e presentavano ancora oggi molte lacune e problemi interpretativi, che non permettevano la costituzione di un ecosistema sicuro per gli utenti e le aziende interessate.
Il MiCA: Regolamento Europeo Market-in-Crypto-Asset
A più di due anni dalla proposta iniziale della Commissione Europea e dopo un complesso iter legislativo che ha registrato non pochi interventi integrativi da parte del Consiglio d’Europa, nelle scorse settimane il Parlamento Europeo ha finalmente votato l’adozione del testo finale del Regolamento Europeo Market-in-Crypto-Asset (MiCA), che verrà infine pubblicato in Gazzetta Ufficiale nel mese di maggio 2023.
Si tratta del primo testo unico promulgato in via definitiva a livello mondiale che introduce un vero e proprio legal framework unitario volto a disciplinare in maniera uniforme l’emissione e i servizi connessi a token crittografici di varia natura, dalle valute virtuali alle cosiddette “stablecoin”, fino a lambire le frontiere costituite da fenomeni nuovi come gli NFT e le CBDC (acronimo di Central Bank Digital Currency, le valute elettroniche di Stato, che pure sono allo Studio presso le Banche Centrali dei Paesi dell’Unione e più in generale dei governi di mezzo mondo).
I tre punti di intervento
Gli obiettivi del Regolamento MiCA possono riassumersi nei tre fondamentali punti di intervento che seguono:
- garantire la certezza del diritto in relazione al trattamento delle cripto-attività nei diversi Stati membri e in relazione ai diritti riconosciuti ai partecipanti al mercato delle cripto-attività;
- sostenere il processo di innovazione digitale, gli sviluppi tecnologici e la leale concorrenza tra gli attori dell’ecosistema;
- garantire la tutela dei consumatori e degli investitori e il regolare funzionamento del mercato.
I token sotto regolamentazione
Il nuovo Regolamento introduce norme ad hoc per i crypto-asset diversi dagli strumenti finanziari, che non ricadevano già sotto la disciplina finanziaria esistente (nello specifico la direttiva MiFID II) e che, di fatto, risultavano ancora privi di una regolamentazione unitaria a livello europeo.
In particolare, il MiCA identifica tre tipologie di token che ricadono sotto la propria regolamentazione: gli e-money tokens (o EMT, cui è dedicato l’intero titolo IV del regolamento), gli asset referenced tokens (o ART, cui è dedicato l’intero titolo III del regolamento) – che sono in buona sostanza le stable-coin, monete il cui valore tende ad essere stabile e che favoriscono le attività di collateralizzazione e di pagamento – nonché i crypto-assets diversi dalle due categorie precedenti (cui è dedicato l’intero titolo II del provvedimento) che sostanzialmente coincidono con i cosiddetti “utility tokens”, definiti come “un tipo di cripto-asset che ha il solo scopo di fornire l’accesso a un bene o a un servizio fornito dal suo emittente”.
Proteggere i consumatori da truffe e frodi
Oltre a fornire norme definitorie di riferimento, il MiCA si concentra sulla tutela dei consumatori, visti anche i recenti casi connessi a fenomeni poco chiari, che hanno portato al fallimento di soggetti emittenti e di borse di scambio di valute virtuali (i c.d. exchange), che hanno lasciato gli investitori vittime di episodi di manipolazioni di mercato e sottrazione di fondi degli utenti.
È espressamente previsto, ad esempio, che i soggetti emittenti token dovranno fornire un “whitepaper”, cioè un documento riassuntivo e programmatico, al fine di rendere pubbliche tutte le informazioni utili all’inquadramento delle caratteristiche relative all’emittente, al progetto, all’offerta al pubblico e ai relativi rischi.
Viene dunque introdotto un obbligo di soddisfare requisiti stringenti per la resa delle informazioni relative alle criptoattività ai soggetti potenzialmente interessati.
Questo documento ha lo scopo di informare in modo dettagliato e specifico i potenziali investitori, al fine di proteggere gli utenti da truffe e frodi.
Le regole per chi offre servizi per i crypto-asset
Il Regolamento introduce anche una disciplina relativa ai fornitori di servizi (definiti CASP, acronimo di crypto-asset service providers), già inclusi tra i “soggetti obbligati” da parte della normativa europea antiriciclaggio e, da ultimo, oggetto del decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 13 gennaio 2022 istitutivo del Registro degli Operatori in Valute Virtuali presso l’OAM.
Tra i servizi in questione, ad esempio, la custodia e l’amministrazione di crypto-asset per conto dei clienti, ma anche la gestione di piattaforme di trading per lo scambio di token crittografici o per la loro conversione in moneta avente corso legale.
Particolarmente rilevante è l’introduzione del cosiddetto principio della reverse solicitation (già contenuto nella MiFID II, per quanto attiene alla materia finanziaria) andando a definire i limiti in base ai quali un operatore extra-UE potrà offrire legittimamente in rete (si pensi a una piattaforma gestita da un’impresa con sede alle Bahamas, come l’exchange FTX, fallito a novembre 2022) servizi relativi ai crypto-asset ai clienti europei.
In pratica, se è il cliente europeo a contattare direttamente il fornitore di servizi extra-UE, la vendita di tali servizi ai clienti europei non potrà essere considerata una violazione del regime autorizzatorio posto dal MiCA per i CASP.
Differentemente, se il fornitore di servizi intenderà raggiungere gli utenti europei con la propria offerta, dovrà adeguarsi al Regolamento comunitario, costituire una sede sul territorio dell’Unione e adeguarsi alle normative a tutela dei consumatori.
In vigore da giugno 2023
Il MiCA entrerà in vigore dopo venti giorni dalla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, che avverrà con buona probabilità entro il mese di giugno 2023. Il Regolamento, tuttavia, stabilisce che le norme sulle stablecoin entreranno in vigore dopo dodici mesi dall’entrata in vigore mentre le altre disposizioni del MiCA saranno applicabili soltanto a partire dal dicembre del 2024.
Fonte : Aziendabanca