L’Italia contro l’Ucraina ha giocato una signora partita votata alla modernità. Di certo è stato più semplice farlo con Raspadori come centravanti e Frattesi come mezzala di sinistra insieme a Barella (quindi possono coesistere: assist a Inzaghi? ndr). Spalletti ha ripreso l’antico spartito e ha ammesso che – per quanto forte – forse Immobile non riesce a rendere in Nazionale come nel club. Percorso più o meno inverso per l’attaccante del Napoli che è un centravanti nel corpo di un trequartista. Un po’ come Petagna, che è un trequartista nel corpo di un centravanti. Gli equivoci fisici rispetto alle caratteristiche tecniche creano grossi problemi alle squadre, che quindi li chiamano jolly. La realtà è che Mertens riuscì a comprendere di essere un goleador (come è anche Raspadori, pur non avendo segnato ieri ndr), ma la scoperta derivò dall’assenza di Higuain e l’infortunio di Milik. Altrimenti sarebbe rimasto un mediocre dribblatore di fascia sx.
Al Napoli Raspadori è chiuso da uno dei centravanti migliori al mondo, ma Garcia ne apprezza a tal punto le qualità da cercare di schierarlo ad ogni modo. Qualsiasi compito che Jack compia lontano dalla porta è però una forzatura o comunque uno spreco per le sue abilità principali. Vedere la porta, raccordare il gioco in una squadra che fa del possesso, del dominio e poi della coralità le proprie armi migliori. Osimhen mancherà per tutto il mese di gennaio e l’ex Sassuolo si giocherà il posto con Simeone, quella zolla di campo dove l’anno scorso – di questi tempi – Raspadori semplicemente dominò l’Europa. Doppietta all’Amsterdam Arena e poi in casa sempre contro l’Ajax, gol contro i Rangers. Sempre partendo da titolare tranne in Scozia. Non lo prendevano mai perché – come Mertens – la sua furbizia tattica è un piacere per gli occhi.
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Con un po’ di coraggio – ma non è semplice se hai Osimhen, capocannoniere della Serie A da poco conclusa – , l’ideale potrebbe essere scegliere in alcuni momenti della partita o in alcune partite di schierare Raspadori come punta centrale. Magari proprio in quei momenti in cui la circolazione del pallone deve essere fluida o in una serata buona per le mezzali che si inseriscono e traggono frutto (contro squadre che soffrono certi movimenti) dalla collettività che crea il centravanti della Nazionale. Tant’è. Raspadori ha sempre fatto bene da numero 9 anche con Mancini, anche in partite più difficili di quella di ieri sera. Rende la squadra più malleabile, più imprevedibile, più moderna. Viene dentro a giocare più palloni, scambia con Locatelli, con gli esterni, si scambia coi centrocampisti interni. Insomma è un pozzo da cui poter creare azioni offensive, oltre al fatto che Raspadori si gira e tira. Proprio come Mertens, dopo la partenza del quale il Napoli ha tentato di acquistare il giocatore che più gli somigliasse in Serie A.
Garcia come si è detto più volte deve far tutto tranne che “copiare” il suo predecessore, però di certo avrà preso appunti guardando la riuscita clamorosa della partita di ieri con il suo posizionamento centrale. Starà pensando sempre di più a un 4-2-3-1 offensivo dove farli coesistere specie in partite dove conterà molto l’approccio iniziale, ma la cosa più importante starà nel comprendere che questi (da 9 o da trequarti) sono gli unici modi di far rendere uno dei migliori acquisti (e più esosi) del Napoli degli ultimi anni. Raspadori è forte e si rischia di perderlo per un equivoco tecnico-tattico o perché il suo momento al Napoli sarà sempre offuscato da Osimhen (che, per carità, sempre meglio averlo ndr). D’altronde, al ritorno di Kvaratskhelia dal 1′ Garcia ha fatto sedere in panca contro la Lazio proprio Raspadori, ma l’ha poi inserito nel secondo tempo al posto del georgiano invece che da supporto del centravanti togliendo Anguissa. Serve tempo, ma Italia-Ucraina può essere un buon catalizzatore perché Garcia veda ciò che abbiamo visto tutti e vediamo da anni.
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Source : Calcio Napoli