Una Unione democratica e trasparente nei proclami, una istituzione granitica e inaccessibile nella realtà. Questa potrebbe essere la descrizione plastica desumibile dai tempi di elaborazione delle richieste di accesso ai documenti delle istituzioni dell’Unione europea da parte dei cittadini europei.
A rimarcarlo, citando l’invito inviato alla Commissione von der Leyen lo scorso marzo dalla mediatrice europea, Emily O’Reilly, l’esponente di Identità e Democrazia, Gianantonio Da Re.
“Secondo quanto affermato dal Mediatore – si legge nell’interrogazione di Da Re – una riforma fondamentale della procedura di accesso ai documenti è necessaria al di fine di rispettare le scadenze stabilite nel regolamento sulla trasparenza dell’UE. In particolare, risulterebbe come oltre il 60 % delle decisioni sul riesame delle richieste necessitino più di 60 giorni lavorativi, mentre il periodo massimo è di 30 giorni lavorativi”.
Le raccomandazioni della mediatrice europea sui ritardi di elaborazione delle richieste d’accesso ai documenti sono al vaglio della Commissione, ha dichiarato recentemente la vicepresidente della Commissione, Věra Jourová: “È necessario sottolineare che la stragrande maggioranza delle domande iniziali presentate alla
Commissione sono state elaborate nei tempi previsti, come riconosce la stessa Mediatrice, che ha invece constatato disguidi nella fase di conferma della procedura d’accesso ai documenti. Ciò riguarda solo una porzione limitata delle richieste pervenute alla Commissione (ossia 355 delle 8065 totali del 2021, il che ammonta solo al 4,4 %). I ritardi hanno riguardato principalmente richieste complesse in virtù della loro natura giuridica e tecnica. La Commissione – prosegue – mette già a disposizione documenti tramite diversi registri, tra cui il registro dei documenti della Commissione, e si adopera per pubblicarne un numero sempre maggiore in modo proattivo. A settembre 2022, come parte degli sforzi volti a facilitare l’esercizio del diritto all’informazione, la Commissione ha avviato un nuovo sistema informatico per la presentazione e l’elaborazione delle domande di accesso ai documenti – l’EASE, l’accesso elettronico ai documenti della Commissione europea -. Tramite il portale pubblico i richiedenti possono presentare domande nonché cercare e consultare documenti già divulgati in seguito a richieste precedenti di altri utenti”. Inutile constatare che oggi, 7 maggio 2023, il “portale della trasparenza” è in fase di manutenzione e, ricorda lo stesso portale “durante questo periodo il sistema non sarà disponibile”.
Ritardi e “manutenzioni” periodiche che, di fatto, rendono le informazioni ottenute inutili per scopi di ricerca o giornalistici, o addirittura impediscono ai cittadini di esprimere il proprio punto di vista in un momento rilevante del processo decisionale.
Ma l’UE, richiamando la ridondante dalla narrazione dei suoi vertici, una maestra di democrazia, valori e trasparenza. Basta questo!
Fonte : Sardegnagol